Quanti significati può avere una parola? E quanti ne può avere un' immagine?
Ogni parola porta con se una moltitudine di contenuti, una storia, esperienze, quasi una vita a se stante. 
Per le immagini vale lo stesso, ognuna di esse è così densa di riferimenti e sensazioni che diventano quasi vive.
Riflettere su una parola significa contemplarne il suono, le origini, il modo in cui veniva e viene utilizzata da chi ha la dote di farlo. Attraverso la scrittura o attraverso il dialogo le parole hanno un importanza quasi assoluta nella sopravvivenza degli Esseri umani, prima sul piano evolutivo poi su tutto ciò che non riguarda la sopravvivenza (rapporti interpersonali, studio, affetti, letteratura ecc.).
Le immagini invece cosa sono?
Potremmo pensare che le immagini sono molto più giovani delle parole ma forse è proprio il contrario, se per immagini prendiamo il concetto di una pittura confinata nei limiti di una cornice o di un supporto cartaceo che ospita una fotografia o un arazzo che narra un avvenimento accaduto o addirittura una pittura rupestre sulle pareti di una grotta, potremmo dire che le immagini forse sono arrivate dopo la parola, ma se prendiamo il concetto di immagine sul piano visivo, quindi di vista a livello sensoriale, allora iniziamo ad intuire quanto le immagini affondano le radici nella condizione stessa dell’ uomo.
La parola è, secondo molte visioni, uno strumento di trasmissione di concetti o informazioni o idee attraverso il riferimento a convenzioni precedentemente "pattuite", un significato riconoscibile tanto da chi lo emetta quanto da chi lo percepisca; nell'identità di interpretazione di tali sequenze, si stabilisce la comunicazione.
Limite, Paura, Speranza.
Tre parole così diverse ma strettamente connesse tra loro, Limite deriva da linea, confine, traccia una via traversa che determina un livello massimo oltre il quale si manifesta un fenomeno, la Paura non tollera superare quel Limite, superarlo o solo pensare di farlo genera potenzialmente Paura. Per questo la paura, essendo uno stato emotivo,  si serve dei limiti che tracciano il sentiero da non oltrepassare se non si vuole incappare in una situazione di pericolo.
Istintivamente confiniamo ciò che reputiamo sicuro tenendolo ben separato da ciò che riteniamo sia insicuro stabilendo così dei limiti. 
Nella mitologia greca la dea Speranza era l’ultima degli dèi  a restare tra gli uomini anche quando tutti gli altri abbandonarono la terra per l’ Olimpo. La speranza resta, senza essere ostacolata dai limiti e dalle paure, la speranza abbandona quell’emozione costrittiva e ne abbraccia una più inclusiva.
Lascia entrare i timori e le insicurezze ma li filtra, li delimita e lascia spazio all’ignoto, allo sconosciuto, a quello che potrebbe Essere, a quello che potrà Essere.
limite
/'limite/ s. m. [dal lat. limes -mĭtis]. - 1. a. [linea terminale o divisoria: il limite fra due stati; il limite d'un terreno] ≈ bordo, confine, limitare, margine.

paura
s. f. [dal lat. pavor -oris "timore, paura", rifatto col suff. -ura]. - 1. [stato emotivo di chi si sente insicuro, smarrito e sim., di fronte a un pericolo reale o immaginario: essere preda della paura]
speranza
/spe'rantsa/ speranza f. [provenz. esperansa, dal lat. sperare "sperare"]. - 1. [sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera: nutrire, infondere speranza]

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